PEC obbligatoria anche per i privati?

Da alcuni giorni girano su internet varie notizie su tale supposta incombenza.

Gli effetti di una eventuale obbligatorietà  sarebbero notevoli per quanto riguarda gli atti giudiziari, la loro notifica e i loro costi.

Per fare chiarezza abbiamo chiesto un approfondimento all’Avv. Francis Ginart del Foro di Padova.

“Dal 6 Giugno 2023 si dà il via all’Indice nazionale dei domicili digitali.
Il 6.6.23, e’ stato istituito l’INAD (Indice nazionale dei domicili digitali), realizzato e gestito dall’Agid (Agenzia per l’Italia digitale), che consentirà ai professionisti, imprese ed anche a tutti i privati cittadini, di ricevere le comunicazioni ufficiali della Pubblica amministrazione sulla propria casella PEC.
Occorre tuttavia, fornire alcuni chiarimenti interpretativi di carattere generale.
L’INAD non e’ altro che l’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese, istituito dall’art. 6-quater del CAD e liberamente
consultabile da chiunque, senza necessità di autenticazione, dal 6 luglio 2023.
Per quanto concerne la definizione di DOMICILIO DIGITALE, ed in base a quanto previsto dal Regolamento eIDAS, trattasi dell’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata, e valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale.
Possono eleggere il proprio domicilio digitale mediante registrazione nell’INAD, le persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età e che abbiano la capacità di agire; i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi e gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’INI-PEC.
Al fine dell’iscrizione all’INAD e’ sufficiente attivare una casella di posta elettronica certificata, collegarsi al sito:

https://domiciliodigitale.gov.it

al quale si può’ accedere tramite CIE, CNS o SPID e seguire la procedura di registrazione.

Una volta completata, verra’ inserito il recapito certificato scelto come domicilio digitale che andrà’ ad integrare l’elenco di pubblica
consultazione.
Per i professionisti/imprese già iscritti ad INI-PEC, il domicilio digitale sarà importato automaticamente sull’elenco INAD in qualità di persone fisiche, salva la possibilità di modificarlo successivamente indicando un diverso indirizzo PEC.
Sul punto, risulta opportuno specificare che l’indirizzo PEC non può essere contemporaneamente associato quale domicilio digitale di due o più codici fiscali. Ne deriva, che il domicilio digitale non può essere condiviso con altri.
E’ importante sottolineare la gratuita’ del servizio ed il fatto che sul proprio domicilio digitale verranno ricevute le comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione relative , a titolo di esempio, rimborsi fiscali, detrazioni d’imposte, multe, accertamenti, verbali di sanzioni amministrative e tutte le altre comunicazioni con valore legale.
Da tenere altresì presente, che le comunicazioni elettroniche trasmesse ai domicili digitali indicati nell’INAD producono, quanto al momento della spedizione e del ricevimento, gli stessi effetti giuridici delle comunicazioni a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno ed equivalgono alla notificazione per mezzo della posta, salvo che la legge disponga diversamente.
Pertanto, si rammenta l’importanza di controllare periodicamente, preferibilmente ogni giorno, la casella di posta elettronica certificata inserita nell’INAD ed indicata come domicilio digitale.
Un’ ultima importante considerazione, riguarda l’obbligatorietà o meno del domicilio digitale.
Un recente emendamento al decreto PA, ha inserito un periodo transitorio fino al 30 novembre 2023, allo scopo di permettere a tutti di adeguarsi alle nuove disposizioni.
Tuttavia, rimane ancora da risolvere la questione dei cittadini non digitalizzati ( in particolare gli anziani, che potrebbero non avere accesso a internet), i quali continueranno a ricevere le notifiche tramite raccomandata cartacea tradizionale.
Attualmente non è possibile sapere con certezza che succederà’ dopo il 30 novembre 2023 poiché mancano indicazioni precise da parte del governo e degli Enti di gestione.

In ogni caso, da prendere sicuramente in considerazione i molteplici vantaggi rappresentati dalla scelta di avere un domicilio digitale, tra i quali si possono citare i notevoli risparmi sui costi di diversi servizi, come ad esempio l’azzeramento dei costi postali oltre all’ottimizzazione delle tempistiche per l’invio/ricevimento delle comunicazioni avente valore legale.”

Avv. Francis Ginart