Le aziende che offrono il servizio di recupero crediti commerciale in linea di massima applicano un importo fisso (spese di istruttoria) e una variabile (percentuale su importi incassati).
Le spese di istruttoria sono un importo fisso e nel caso di esito negativo costituiscono l’unico vero onere a carico del creditore.
La percentuale sugli importi incassati è dovuta solo se il credito viene recuperato tutto o in parte; se questa è la quasi totalità dei casi (a nessuno è vietato di fare proposte diverse), ben diverse sono le offerte di vendita del servizio.
Per quanto concerne questo ultimo punto tre sono essenzialmente le tipologie di proposte:
Pagamento a consumo: questo è il metodo utilizzato dalle aziende più serie, che puntano a legare a sé il cliente con la soddisfazione del proprio operato: il creditore ritornerà alla società di recupero solo e se sarà rimasto soddisfatto del servizio reso. Non ci sono vincoli né obblighi, il creditore paga solo quello che affida, senza dover comprare pacchetti o senza obblighi alcuni.
Pagamento anticipato di “pacchetti” a punti; il creditore acquista (e paga subito) un certo quantitativo di punti che verranno scalati per ogni pratica affidata; in questo modo l’azienda “lega” a sé il creditore fino all’esaurimento dei punti del plafond acquistato; questi pacchetti, inoltre, potrebbero avere anche ulteriori condizioni, quali una scadenza entro la quale i punti devono essere utilizzati, oppure una sorte di abbonamento con l’obbligo di rinnovo periodico ecc.
Commento: l’azienda che opera bene non ha necessità di legare a sé il cliente con queste metodologie che obbligano il cliente a servirsene finché non sarà esaurito il suo credito, anche se magari il rapporto non fosse soddisfacente.
Contratto con rinnovo tacito e obbligo di un minimo di pratiche annue; come sopra, si tratta di un metodo per obbligare il creditore a rimanere legato all’azienda di recupero indipendentemente dal grado di soddisfazione.
Commento: da evitare.